Forse la più classica e rinomata tra le reflex prodotte dalla Zeiss Ikon AG di Stuttgart, la serie Contaflex è ripartita in più categorie: SLR e TLR. Le prime, ovvero single-lens reflex, videro la serie I-IV, le prime Alpha e Beta, Rapid e Prima, la Contaflex 126 nata alle soglie degli anni Settanta. Oltre a questi autentici gioielli, vennero prodotte le preziose TLR o twin-lens reflex cameras, superbe macchine per pochi eletti, oggi contese tra i collezionisti più abbienti. La categoria delle 35 mm raggiunse il suo apice con l'ambiziosa serie Contarex, nata nel 1959, che propose modelli di lusso ed elevate prestazioni come la Contarex Bullseye, Special, Professional, Super, Electronic, Hologon. La genesi, lo sviluppo e le molteplici versioni di queste macchine fotografiche, caratterizzate dalle prestazioni e dalle funzionalità più disparate e comparse lungo alcuni decenni di storia dell'azienda, richiedono un approccio cauto e graduale. Qui verrà analizzato il modello Contaflex II.
Il mirino della Contaflex II
Genesi di una leggenda. Le Contaflex I-III
Durante gli anni Quaranta, un modello precursore della Contaflex venne segnalato in Germania, in formato 24x36 e dotato di lenti intercambiabili: scomparve presto all'attenzione degli appassionati, a causa della sua complessità e, naturalmente, dello spietato vortice bellico. Nel 1953, la Casa di Stuttgart iniziò ad immettere sul mercato il modello I della serie Contaflex, al prezzo di 169 $: una struttura robusta e squadrata, un design unico e pulito, accoppiati ad un otturatore centrale e ad ottiche molto avanzate per l'epoca. Il successo istantaneo riscontrato dal modello I permise il lancio della Contaflex II (826-24) nel 1954, strutturalmente identico al precedente, munito tuttavia di un esposimetro al selenio montato sul lato sinistro della macchina e di un otturatore Deckel modello Synchro-Compur, con obiettivo fisso Carl Zeiss da 45 mm, modello Tessar Opton. A sinistra dell'otturatore si nasconde l'ingresso del cavo per il flash. Il prezzo era di 199 $, oppure di 82.550 franchi nel 1956; il peso di circa 800 grammi. Nel 1957 il terzo modello della serie fu il primo del dopoguerra a montare lenti intercambiabili. Contaflex II. Analisi degli esemplari
Bella e robusta, la seconda versione della Contaflex unisce la struttura del primo modello ad un raffinato esposimetro a cella al selenio, spesso funzionante dopo svariati decenni grazie alla bontà della sua concezione e costruzione originaria, nonché allo sportellino protettivo basculante. Design severo, copertura nera zigrinata sui tre quarti della superficie anteriore e posteriore, presenta un originale sistema di chiusura per il box del rullino: due locking keys, sorta di ghiere rotanti con sicurezza basculante ed "affogate" nella base in acciaio della macchina, permettono di far scivolare dolcemente l'intera copertura posteriore della Contaflex liberando l'ampio spazio per la pellicola e la protezione dello specchio interno. La procedura si rivela abbastanza complicata, finché non si consulta l'ottimo manuale in lingua inglese dell'epoca, che insegna - con imbarazzante semplicità - ad aprire la macchina con una mano sola. Il fondo della macchina cela anche il reversing button, sulla destra, e naturalmente il pozzetto filettato per l'aggancio al treppiede.
Il dorso superiore della Contaflex è strutturato intorno alla caratteristica sagoma a piramide tronca che cela, al suo interno, lo specchio reflex. Alla sua destra (per chi guarda attraverso il mirino) si trova la manopola girevole e zigrinata dell'avanzamento pellicola, al cui apice è collocato il semplice pulsante di scatto; intorno al pulsante o release button si trova, concavo e ben leggibile, il film counter disc, l'indicatore di avanzamento delle pose, da azzerare ad ogni cambio di rullino. Sul lato sinistro del dorso si nota, protetto da una superficie trasparente (plexiglas?), l'indicatore visivo dell'esposimetro, la cui lancetta indica la quantità di luce intercettata dalla macchina. Questo indicatore è sottile e sapientemente arcuato, seguendo l'andamento circolare del vicino setting dial, il disco girevole e zigrinato che consente di seguire le indicazioni dell'esposimetro e, grazie alla sua parte superiore, di scegliere la tipologia di pellicola in base alle differenti velocità. Al disopra del disco si trova il rewind button o pulsante di riavvolgimento.
OneShotTooFar & Varasc.it hanno acquisito nel 2009 e nel 2011, provenienti da La Rochelle e dal Galles, due modelli di Contaflex II. Sfortunatamente, il passare degli anni ha influito su entrambe le macchine: la prima, funzionante, è priva dello sportellino per l'esposimetro, mentre la seconda ha subìto un colpo devastante sulla sommità dorsale, che l'ha lievemente deformata: evento di una potenza innegabile, vista la grande robustezza garantita dai modelli Zeiss-Ikon. L'otturatore si è rivelato sospettosamente lento. Per tali motivi, nell'attesa di procurarmi una versione funzionante della serie I-IV, questi due modelli sono da considerarsi da collezione o, in futuro, come fonti di spare parts. Una macchina meravigliosa, pesante e gradevole da impugnare e gestire; curata nei minimi dettagli, provvista di meccanismi di pregio, la cui ricercatezza riecheggia ancora oggi, in pieno 2011, nella controllata cedevolezza di una molla, nella precisione di un avvolgimento, nella cura di una ghiera indicatrice. Il sogno di ogni vero collezionista ed appassionato di reflex Zeiss-Ikon.
6 commenti:
bravissimo bell'articolo, ne possiedo una anche io in perfetto stato di conservazione.
Bravissimo, bell'articolo. Ne possiedo una uguale in perfetto stato di conservazione.
Articolo interessante.
Ho trovato notizie utili.
Ne possiedo alcune, in buone condizioni e spesso ne manipolo con piacere.
Ho un mio blogg che mi permetto di segnalare:http://lemiemacchinefotografiche.blogspot.it/
Saluti
Arturo
Grazie Arturo,
molto gentile. Magnifiche le tue Bessamatic!, bel blog, ne inserisco subito il link.
A presto,
Marco
gentile Marco,
ho acquistato una ikon contaflex II, ma ancora non mi è chiaro come usare le indicazioni dell'esposimetro. Mi puoi spiegare gentilmente, passo passo, come interpretarlo? grazie.
Riccardo
Buongiorno Riccardo,
grazie per avermi scritto. E' semplicissimo (e comunque, visto che ora non ho sottomano la macchina e potrei non spiegarmi chiaramente, basta scaricare il manuale originale in .pdf da Internet o comprarlo per pochi Euro su EBay). Occorre anzitutto settare la ruota sulla parte sinistra del dorso in base alla pellicola caricata, mi pare consenta di scegliere tra ASA e DIN, a memoria. Una volta fatto si punta la macchina verso l'oggetto o il panorama da ritrarre e la lancetta dell'esposimetro comincia a muoversi, stabilizzandosi. Si prende quel valore che indica la quantità di luce ricevuta in quel momento e posizione e la si raccorda al valore identico sul dorso del gruppo obiettivo. E' impossibile sbagliare. Spero di esser stato utile, nel caso posso provare a fare un test ed a descriverlo punto per punto.
Marco
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