mercoledì 28 maggio 2008

Dacora Digna



















Costruita nel 1954 presso la Daco Dangelmaier di Reuntlingen presso Monaco, la Dacora Digna si presenta, a prima vista, come una normale macchina fotografica ideata per pellicole 6 x 6. L’obiettivo Dignar è un 75 mm., 1: 4.5, l’otturatore un Vario; la Digna è leggera, compatta, con scafo metallico rivestito di gomma zigrinata. In altri esemplari, l’obiettivo è un Achromat da 80 mm. La particolarità di questa macchina, giudicata abbastanza rara nell’ambito del collezionismo, risiede nell’apertura a scatto del blocco lente – otturatore che, in posizione di scatto, fuoriesce di cinque centimetri dal corpo della macchina. Per richiuderlo, occorre premere con forza contro la macchina, ruotando impercettibilmente il blocco cilindrico fino a trovarne il perno di chiusura; la Digna assume così un aspetto quantomeno ordinario, con profondità complessiva di 6.3 cm., in luogo dei quasi 9 in posizione aperta. Tale peculiarità finisce, in assenza di rullino all’interno, per sbilanciarla lievemente in avanti.


Il pulsante di scatto, isolato ed appena sporgente, si trova nella parte mediana del dorso, ampio circa 13 centimetri ed in metallo. L’obiettivo, che crea un lieve rilievo sul dorso della macchina, è in posizione centrale; alla sua sinistra, sbilanciato rispetto al centro della macchina fotografica, si trova invece la slitta d’aggancio per il flash. Ancora più a sinistra, la singola rondella, doppia e zigrinata, d’avanzamento delle pose.




L’esemplare in mio possesso non è, purtroppo, in buone condizioni. A parte qualche graffio sulla vernice nera dei bordi intermedi, ha perso i cardini di aggancio dello sportello posteriore. Tale chiusura è tuttora funzionante, quando lo sportello è agganciato; se aperto, tuttavia, si stacca. Il pulsante di scatto pare invece funzionante, in concomitanza con il selettore dell’otturatore. A monte del Vario, la Digna presenta, sulla parte superiore, un doppio selettore. Il primo permette di scegliere tra le seguenti posizioni: 4.5, 5.6, 8, 11, 16, bd2. Il selettore anteriore, il cui perno va da B a 25, 75 e 100.
La guancia anteriore destra reca, in piccolo, l’incisione Dacora. La guancia sinistra, in corsivo ed in obliquo, la scritta Digna.




Il citato problema con lo sportello posteriore e la difficoltà nel reperire pellicole 6 x 6, finora, hanno pregiudicato la sperimentazione di questa interessante macchina fotografica in montagna. Nel febbraio 2012, OneShotTooFar ha recensito un esemplare più moderno, la Dacora Super Dignette E-B.

giovedì 15 maggio 2008

Agfa Isolette II

Secondo modello della serie Isolette – nata prima della Seconda Guerra Mondiale e rimasta in vendita fino agli anni Sessanta del Novecento -, la Agfa Isolette II si presenta come una folding camera o macchina fotografica a soffietto di grande classe e bellezza, valorizzata da eccellenti lenti ed otturatori. Deriva alla lontana da modelli risalenti al 1938 ed occupava una posizione di medio livello nell'ambito del panorama fotografico dell'epoca.

La Isolette II è stata immessa sul mercato successivamente al 1952 e fino al 1958 da parte della AGFA, azienda tedesca formatasi nel 1873 sotto il nome completo di Actien Gesellschaft für Anilin Fabrikation, unitasi alla statunitense ANSCO nel 1928. Il corpo principale della Isolette II è in alluminio, rivestito da una copertura di gomma zigrinata antiscivolo, che prosegue sulla faccia inferiore e basculante del carrello a soffietto.
L’aspetto è piacevole e compatto, specialmente con la chiusura del meccanismo a soffietto che sorregge – con un doppio braccio metallico parallelo – l’insieme delle lenti.

L’esemplare in mio possesso dispone di un “basilare” otturatore Pronto, prodotto sin dal 1912 dalla ditta Gauthier di Calmbach, con quattro possibili velocità, 1.25, 1.50, 1.100, 1.200. L’ottica in tre elementi è munita di lente Agfa Apotar 1:4.5 / 85. Esistono modelli di Isolette II equipaggiati con otturatore Prontor – S e pregiate lenti Solinar, oppure otturatore Vario e lenti Agfa Agnar. Il mirino è privo di elementi in rilievo, all'interno, e si trova sotto la slitta di aggancio del flash, in posizione centrale.

Il dorso della Isolette misura 13.5 centimetri di lunghezza e 3 di profondità, che salgono a circa 3.5 cm. calcolando anche la lieve sporgenza dello sportello a soffietto, se richiuso. Sul dorso troviamo, ai lati della slitta di aggancio del flash - non presente nel mio modello - ben due pulsanti: quello di destra, accanto alla semplice ghiera di avvolgimento della pellicola, è il pulsante di scatto, mentre quello di sinistra - a sua volta posto vicino alla ghiera del conteggio delle pose - apre il meccanismo a soffietto.

Il foro d'attacco del cavetto del flash è particato sul davanti della macchina, in posizione aperta, vale a dire sul lato destro dell'otturatore.

Le pellicole, oggi irreperibili, erano da 120 mm., con formato di stampa 6 x 6 cm. Purtroppo, non possedendo un rullino vergine, non ho per ora potuto testare le capacità della mia macchina.
Sul dorso della Isolette, vale a dire sull'ampio sportello di caricamento della pellicola - che copre l'intero lato posteriore della macchina, viste le dimensioni del rullino - si nota un piccolo sportello ellittico, con chiusura metallica a ghigliottina invertita (dal basso in alto) e vetro rosso, per controllare lo stato e la presenza della pellicola. Il gancio di apertura dello sportello principale è posto a sinistra e risulta di facile utilizzo, con una mano sola. Il marchio dorato della Agfa si trova in basso, sulla guancia anteriore destra della Isolette II, accanto allo sportello del soffietto. Sul dorso esterno di tale sportello si legge invece Agfa Isolette II - Made in Germany. Malgrado la compattezza che acquista una volta chiusa, la Isolette non soffre di problemi di equilibrio, possedendo due piccoli supporti laterali sul fondo, ai lati della ghiera di aggancio per i treppiedi.





Il modello in mio possesso dispone infine di una custodia in pelle, in ottimo stato, simile ad un piccolo astuccio. Essa riporta lo stemma Agfa sul lato anteriore, in basso a destra, mentre sul retro vi è una feritoia per il piccolo sportello con vetro rosso. Punto debole per gli esemplari ancora esistenti di questa serie è giudicato, senza dubbio, il cuoio del folding, che tuttavia appare in ottime condizioni nel caso di questa Isolette II. Per curiosità, consiglio di visitare questa pagina se si vogliono ammirare curiose combinazioni cromatiche in alcune Isolette. Altro sito interessante è quello dei collezionisti britannici Roland e Caroline. Non dimenticate infine Kensmithart.com.


lunedì 5 maggio 2008

Zeiss Ikon Contina IIa - Champorcher, maggio 2008









Venerdì 2 e sabato 3 maggio, in occasione della salita ai monti Dondena (2538) e Rascias (2784), si è presentata la possibilità di riprendere un gran numero di importanti e bellissime vette, quali la celebre Tersiva, il Mont Glacier, il Mont Delà, la Rosa dei Banchi, il Colle di Fénis, il lago e santuario Miserin, e molto altro ancora. Per questa occasione è stata scelta l'affidabile e robusta Zeiss Ikon Contina IIa, già citata in questo blog, in previsione delle difficili condizioni luminose che avremmo trovato.

Il meteo perfetto, la costante presenza del sole, l'abbondante copertura nevosa nell'alto vallone di Dondena hanno pregiudicato gran parte delle fotografie scattate con la digitale, impossibilitata a bilanciare correttamente i colori a causa del fortissimo riverbero. Adeguamente protetta nello zaino, la Contina mi ha seguito fedelmente anche in questa avventura in una terra bellissima e sconosciuta, proseguita domenica 4 maggio in Ayas, alla volta delle Cleve di Moula, raggiunte dopo un faticosissimo e rischioso traverso nella neve alta.

Le immagini di questi tre giorni, una volta terminato il rullino - nella speranza di poter raggiungere altre mete su cui testare, ancora una volta, la mia Zeiss Ikon - verranno pubblicate sia in Varasc.it che in OneShotTooFar.


Zeiss Ikon Contina J - Le foto


Le fotografie scattate dalla Zeiss Ikon Contina J, venerdì 25 aprile 2008, sono state sviluppate: un risultato discretamente notevole, viste anche le cattive condizioni di luce riscontrate in quella giornata di montagna.




La salita, che doveva portarci al Monte dell'Aquila (2580), si è arrestata poco oltre i 2000 metri per eccessiva ed invadente presenza di neve, nel tratto a nord del vecchio sentiero. Abbiamo tuttavia potuto raggiungere e superare la bella Punta Granlà, isolata cima soprastante la cittadina di Verrès, all'imbocco della Val d'Ayas, in Valle d'Aosta. Le fotografie derivate sono state sorprendentemente nitide, con dettagli perfettamente riconoscibili, colori fedeli all'originale. Questo nonostante la sospetta lentezza del pulsante di scatto, che non ha invece pregiudicato in alcun modo l'avanzamento delle pose o la loro impressione.







Le immagini riportate in questo post sono relative alle vette ed ai panorami fotografati dalla Punta Granlà; in particolare, l'ultima riguarda la Becca Torché e la Becca Mortens. Per informazioni circa la Punta Granlà o le zone circostanti, si consiglia di visitare, come sempre, il sito Varasc.it .