Nikon FE. Vista d'insieme
Trascorso qualche giorno dall'acquisto, i dubbi relativi alla nuova Nikon cominciano a dissiparsi.
Anzitutto, il controllo da parte del mio fotografo di fiducia, G. & G. Studio di Graziano Giolo, a Biella: il corpo macchina si presenta in buon ordine e funzionante a tutti i tempi ed esposizioni, così come l'innesto per l'obiettivo ed il meccanismo di avanzamento della pellicola. La macchina è stata usata a lungo ed intensamente, probabilmente da un professionista, a quanto pare dall'esame delle superfici esterne; ciò collimerebbe con quanto spiegato dal precedente proprietario, che l'aveva portata perfino nel lontano Bangladesh.
Corrisponde in tutto e per tutto allo standard previsto in origine per il suo modello, definito FE; non resta che cominciare a studiare la nuova arrivata, di capirne pregi, difetti e funzionalità.
The Nikon FE one of the most flexible, most intelligently designed and most perfect cameras ever made, scrisse in merito l'esperto fotografo Ken Rockwell: The FE just lets me make great photos and never gets in the way. That's critical, but not something you'll ever read off a data sheet. I love the FE. If you are thinking about getting one, just do it. Un giudizio in grado di confortarmi nei primi giorni di reciproca conoscenza, immediatamente successivi all'acquisto; svariati esperti ed appassionati di macchine analogiche l'hanno definito come il modello ideale per i neofiti, per chi come me non aveva mai sfiorato il mondo Nikon.
Ignoravo perfino che la ditta si chiamasse originariamente Nippon Kogaku o Ottica giapponese, avendo successivamente cambiato denominazione in Nikon per incorporare la radice Ikon, con riferimento alla storica casa tedesca Zeiss-Ikon.
Ad ogni modo, avevo per le mani un corpo macchina Nikon FE per pellicole da 35 mm, giunto sul mercato nel giugno 1978 e prodotto fino al 1983, concepito per utilizzare pressoché ogni obiettivo Nikon con innesto a baionetta prodotto dal 1959 in poi. Può tuttora sfruttare sia gli obiettivi AI (automatic indexing) che i modelli non-AI, fino ai moderni obiettivi digitali, grazia all'intelligente politica Nikon in merito al mantenimento del medesimo attacco a baionetta delle proprie ottiche: secondo il manuale, (...) The FE will also accept virtually every accessory in the Nikon System - the most comprehensive ever created for photography.
Si tratta di una single lens reflex molto avanzata, destinata all'uso semiprofessionale, ideata in seguito alle precedenti Nikkormat ELW ed EL2 del periodo 1976-1978; la meccanica e l'aspetto esteriore proveniva invece dall'ottima Nikon FM, modello del tutto meccanico.
Disponibile in due versioni principali, cromata o nera, la FE era ricoperta nella zona inferiore del corpo da una superficie zigrinata simile a cuoio, ovviamente sintetica; un corpo macchina in rame ed alluminio massiccio e scarsamente ergonomico, simile in questo alle reflex d'epoca ben precedente ed ispirato alla Nikon FM, tuttavia piacevole da impugnare e non troppo pesante (590 grammi). Le vendite premiarono la bontà della FE, tuttora apprezzata e ricercata.
Ultima nota: nel 1978 la FE costava 600.000 Lire, essendo dunque più costosa del modello meccanico gemello, la contemporanea Nikon FM. Per qualche strano motivo, la versione nera era all'epoca lievemente più cara di quella cromata, che personalmente avrei istintivamente preferito.
Grazie al suo manuale ed agli spunti della nutrita sitografia dedicata, ho presto cominciato l'analisi dettagliata di questo modello, della sua storia.
La Nikon FE è stata progettata per la messa a fuoco manuale ed una regolazione elettronica dell'otturatore, offrendo tuttavia due velocità meccaniche: B (bulb) con apertura prolungata dell'otturatore fino alla pressione del pulsante di scatto e M90 o Manual 1/90, in grado di scattare anche in assenza di batteria. La Fe funziona difatti con due batterie S76 o A76, oppure con una batteria al litio 2L44 da 3v; lo spostamento della leva di avanzamento delle pellicole attiva l'esposimetro elettronico, dunque è necessario ricordarsi di lasciarla in posizione di riposo, durante i periodi di non utilizzo, per non scaricare le batterie.
La cura dei dettagli esterni fa a gara con l'alta qualità della meccanica, a dir poco stupefacente per un modello destinato, tutto sommato, ad un mercato di abbienti appassionati, non ad una rarefatta élite di tecnici specialisti: i principali manuali dell'epoca ne esaltavano con orgoglio le leghe innovative ed il placcaggio in oro (!) dei vari contatti elettrici, nonché la perfezione estrema dei minuscoli cuscinetti a sfera. Prodotta in un periodo di fortissima competizione tra le principali case produttrici di macchine reflex, la FE cercò dunque di conquistare il plauso dell'utenza grazie ad un fortunato connubio tra infinita robustezza e qualità certosina della meccanica.
Ben lungi dal voler giudicare un segmento di mercato o di analizzare un modello nell'ambito di un contesto di storia economica: avendo in mano un singolo corpo macchina, volevo capire, oltre alle sue caratteristiche, anche le sensazioni che era in grado di darmi.
Iniziamo dai fondamentali. Il meccanismo di carica del rullino è normalissimo e consolidato, dal bottone di rilascio all'apertura della camera posteriore fino ai dentini posti sul rullo di avanzamento, da far combaciare con i forellini ai bordi della pellicola. La carica richiede l'equivalente di due pose, exposed during loading. Una volta caricato il rullino occorre semplicemente settare il film-speed dial sulla giusta misura ASA, girando semplicemente la ghiera posta sul lato superiore sinistro del dorso (ASA 12-3200, ASA 4000 secondo il manuale originale). Sul retro della macchina una praticissima finestrella consente di inserire il ritaglio della confezione del rullino, in modo da ricordare il tipo di pellicola caricata.
Lo sguardo corre, sul dorso, alla seconda ghiera principale: un robusto meccanismo dai numeri ben incisi in verde (Auto), rosso (1/125, la maggiore velocità dell'otturatore per l'uso del flash) e bianco. L'otturatore a tendine metalliche verticali consente di scegliere tra velocità comprese tra 8 e 1/1000 secondi, oltre alle già citate modalità meccaniche B e M90 destinate all'assenza di batteria; tempi fantascientifici, per un appassionato di panoramiche come me. I modelli successivi della serie F (quali la FE2 del 1983, ad esempio) avrebbero consentito velocità di 1/4000, raggiunta secondo alcuni tecnici dal modello FE, anche se questa velocità non è riportata sulla ghiera di scelta dei tempi e nemmeno nella scaletta verticale dell'esposimetro; la FM2, alcuni anni più tardi, avrebbe infine montato il rinomato otturatore in titanio a lamelle a nido d'ape.
Il dorso, all'estremità destra, ospita insieme al pulsante di scatto una ben evidente leva di avanzamento delle pose, apribile verso destra da chi la impugna in due angolature: 30°, necessaria per attivare l'esposimetro, e 135°, per avanzare di una posa. Tra il perno della leva ed il pulsante di scatto si nota la finestrella di avanzamento delle pose, estesa da S (start) a 36.
Il mirino a pentaprisma fisso, oltre ad ospitare con la massima discrezione l'ottimo esposimetro, mostra un telemetro centrale da 12 mm ad immagine spezzata, formato da tre cerchi concentrici; il cerchio più ampio delinea la zona esterna della messa a fuoco. Si tratta di un Fresnel smerigliato, peraltro intercambiabile con altri specchi a condizione di avere una mano molto ferma.
L'esposizione può essere completamente automatica, a priorità di diaframma, oppure manuale.
La FE mi ha stupito con un raffinato esposimetro (center-weighted meter) pienamente e discretamente integrato all'estrema sinistra del mirino: la scaletta trasparente dei tempi di scatto è sempre visibile, tuttavia il sottile ago nero di misurazione dell'intensità luminosa si attiva solamente muovendo parzialmente la leva di avanzamento delle pellicole, per non scaricare troppo presto le batterie.
Secondo Ken Rockwell, The FE's meter is more accurate than most people's ability to use it properly; unico difetto, aggiungerei, è l'impossibilità di leggere la taratura suggerita dall'esposimetro al buio, oppure in parziale controluce. Lo stesso problema si riscontra anche con gli occhiali da sole: se è facile suggerire di toglierli!, occorre tuttavia considerare che questo è un blog prettamente destinato alla fotografia in montagna, e che in alcuni contesti alpini l'uso delle lenti scure è il solo metodo sicuro per conservare la vista.
Per scattare in modo automatico è sufficiente selezionare la scritta verde AUTO sulla ghiera della velocità dell'otturatore o shutter-speed dial: in tal caso, all'interno del mirino si muoverà solamente l'ago nero dell'esposimetro, informando il fotografo del valore scelto per lo scatto. Se si vuole lavorare in manuale, occorre semplicemente attivare l'esposimetro aprendo di 30° la leva di avanzamento delle pose, facendo combaciare l'ago nero e la sottile barretta verde dell'esposimetro su un valore preciso, e quindi selezionando tale valore sullo shutter-speed dial.
L'autoscatto meccanico consente un tempo di circa 9 secondi, 8-14 secondo il manuale, ed è distinguibile sulla parte anteriore destra della macchina: si tratta di una piccola levetta nera, contraddistinta da una righetta bianca. Particolare curioso, una volta azionato, può essere bloccato per tempo, a condizione di non aver già premuto il pulsante principale di scatto sul dorso destro della FE.
Ho quindi scoperto svariate funzioni avanzate: la possibilità di vedere la profondità di campo (depth of field) prima dello scatto, il controllo dello stato delle batterie mediante l'attivazione di una levetta posta sulla parte posteriore sinistra della macchina, la possibilità di montare un flash sincronizzato ad una velocità di 1/125, così come di utilizzare un cavo per lo scatto a distanza ed il motore esterno, modello MD11 o MD12.
Per tutto ciò che è stato illustrato in questo topic è disponibile un interessante video di Matt Granger, in lingua inglese, con spiegazione dal vivo delle funzionalità e dei mille pregi della Nikon FE.
Una macchina nera ed attraente, da imparare a conoscere ed usare poco alla volta, che mi accompagna in queste giornate milanesi.
2 commenti:
Ciao Marco. Mi chiamo samuele, sono entrato da poco nel mondo Nikon fe. X ora ho scattato pochi rullini. Anche xchè non la conosco bene, complimenti x l articolo, molto ben scritto e utile. Volevo chiederti se hai info sulla Micro levetta nera che è a fianco al pulsante di scatto. . E soprattutto se hai indiscrezioni sulla levetta dell autoscatto. . Mi hanno che usata quotandola al contrario (cioè verso l obbiettivo ) aiuti con gli obbiettivi non suoi, quelli che montati sulla FE perdono il comando, durante lo scatto, del diaframma. :-)
Ciao Samuele, ti ringrazio. La levetta nera, a fianco (destra) del pulsante di scatto è semplicemente la leva di avanzamento delle pose; serve in pratica a fare avanzare il rullino ad ogni scatto. Se ho capito bene quale leva intendi.
Marco
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